“Forse la trementina non era diluita al punto giusto, o forse c’era un qualche difetto nella tela, fatto sta che, più sfregavo, e più quel luridume sembrava espandersi.” (da Il marchio giallo, R. W. Chambers)
Fantasia, mistero, azione, magia, un po’ di strategia e un tocco di spionaggio; la mescolanza delle leggende antiche con la fede scientifica; un’avventura fuori dall’ordinario fra personaggi fiabeschi e verosimili: queste sono in sintesi le peculiarità del gioco Shadowrun Returns. O lo si giudica per la sua trama ineccepibile che non si dipana tanto facilmente, oppure si guardano i dettagli e allora si capisce che siamo di fronte a un’opera incompiuta.
Il più grande limite di Shadowrun Returns (abbreviato con SSR) è la mancanza di un sistema che permetta il salvataggio dei dati della partita. Incredibile! malgrado oggi le memorie di massa raggiungano la capienza di qualche terabyte, dipendiamo da un salvataggio automatico. Non c’è verso di uscire infatti dal gioco senza che quest’azione vanifichi gli sforzi compiuti per risolvere gli intrighi e venire a capo di faccende complicate. Mi è capitato di impelagarmi in lunghe missioni, e dopo un’ora non sapevo ancora come sbrogliarmi; ho dovuto abbandonare la partita per mancanza di tempo e riprendere a giocare dall’inizio del livello il giorno sucessivo. I salvataggi automatici potevano avere senso trent’anni fa, sulla console NES che aveva deficit di spazio, ma oggi è inaccettabile che un gioco d’avventura venga creato ignorando un’importante esigenza del giocatore: pausare la partita dove gli pare.
Shadowrun Returns: assassinio all’incrocio
Poi quando ci si mette lo slang! Approccio un gioco privo di traduzione italiana conscio di dover fare fatica a leggere il testo in lingua inglese, ma questa volta avrei volentieri apprezzato i dialoghi in italiano che erano stati promessi durante la campagna della raccolta fondi con Kickstarter!
Shadowrun Return riporta in voga uno dei più noti giochi di ruolo da tavolo servendosi di un’avventura elaborata per il computer: è un RPG con turni d’azione e con una grafica isometrica 2D tutto sommato ben fatta. Narra di un futuro alternativo nel quale la magia e la stregoneria tornano di moda, sorgono città-stato e nelle strade pullulano personaggi fiabeschi frammisti ad essere umani. Gli shadowrunner sono una classe di cittadini del Sesto mondo, così viene chiamato questo posto, hanno un carattere ribelle e vivono nell’ombra di una società che non li ha mai completamente accettati.
Il giocatore è un shadowrunner che cerca di vendicare la morte di un amico servendosi di abilità straordinarie. Dovrà fare i conti con un assassino misterioso che lascia una scia di sangue dietro di sé sulle vie di Seattle. Seguendo questa traccia arriverà fino ai bassifondi di una mega-corporation che sembra abbia un immenso potere sulla vita delle persone. Imparerà così a controllare le arti magiche e a carpire informazioni con tecniche forensi.
C’è un’abbondanza di opzioni di classe, troppo complicate per un novizio dei giochi di ruolo, le quali controllano ogni aspetto del personaggio: la missione assegna un ammontare di punti karma da distribuire fra vari attributi (intelligenza, forza, carisma, ecc.), in questo modo il giocatore è libero di formare il carattere dell’eroe e trasformarlo da un mago esperto in un abile cecchino.
Shadowrun Returns, l’editor
Il gioco scorre linearmente, questo limite è di natura tecnica: la prospettiva isometrica ci costringe a seguire dei percorsi prestabiliti senza possibilità di esplorare i dintorni. Inoltre, ci sono pochi oggetti da ispezionare e raccogliere. Quest’ultimo particolare dà proprio l’impressione che il gioco sia stato fatto di fretta senza badare tanto ai dettagli. Ma se devo essere sincero, ho comprato Shadowrun returns per altri motivi, prima di tutto è un gioco per Linux e di genere RPG ce ne sono veramente pochi in circolazione; poi mi ha fatto una piacevole impressione l’editor di livelli, non ne vedevo uno così bello per Linux da quando fecero il fork di Q3Radiant. Infine, tutto sommato per me è valsa la pena acquistare Shadowrun Return, non costa molto e c’è questa possibilità di espanderlo a piacimento. Io non mi divertivo con un RPG dai tempi di Neverwinter Nights!
Valutazione del gioco: 75/100
Fonti:
- La mia preview
- Dove acquistare Shadowrun Returns
- La pagina dedicata al gioco da Harebrained-Schemes
- Review di PC Gamer
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